Sintesi Conferenze Rotary Roma, Torino (2001, 2003)

 

DEL MAL DI TESTA E ALTRI DEMONI

 

Il “mal di testa” rappresenta un universo estremamente variegato, dai confini labili e incerti.
I  mal di testa più comuni sono la cosiddetta “cefalea tensiva” e l’emicrania. Si distinguono, tra l’altro per il tipo di dolore: la cefalea tensiva “stringe”, “opprime”, è descritta come “una cappa” o “un cappello stretto”. Invece un dolore che  “batte”, “martella” ,”perfora” e si associa a nausea e talvolta a vomito è più probabilmente attribuibile a emicrania. Ma in realtà le cose non sono così semplici. Spesso i pazienti accusano tutti e due i tipi di dolore, talvolta alternati, talaltra sovrapposti. Inoltre ai mal di testa per così dire "tradizionali" si possono associare, specie nelle donne, altri fastidi a viso, guance, nuca e collo. Può trattarsi di sensazioni di stiramento, gonfiore o formicolio, oppure di un dolore dalle caratteristiche mutevoli: a volte "brucia", altre volte "comprime" o "batte"; a volte è intenso, altre volte lieve. Mentre per lo più le pazienti accettano il loro “solito” mal di testa con atteggiamento fatalistico, questo altro male può essere fonte di gravi angustie e può far insorgere il dubbio “di avere qualche cosa di brutto”, un male incurabile che si ha persino timore ad evocare col suo proprio nome, quasi che a farlo aumentino le probabilità che il sospetto si avveri.
 Tutti questi “mal di testa”  e  “mali alla testa” possono conseguire a un mosaico quanto mai ampio di fattori: disturbi dei sistemi ormonale, vascolare e nervoso, alterazioni della postura e dei muscoli di viso, collo e spalle, fattori psicologici. In particolare, un disturbo depressivo si associa spesso sia a quei dolori “strani “ appena descritti sia a un mal di testa tradizionale di lunga data e può mascherarsi, specie nelle donne, dietro a manifestazioni d'ansia e di disagio corporeo. Dalle donne infatti la società si attende l’aderenza ad un modello femminile stereotipato, connotato da attrattività, vivacità ed eleganza. La depressione non è tollerata ed è percepita se non come una colpa, come qualcosa da cui la donna può liberarsi da sola, purché lo voglia. Può così accadere che questo suo disagio venga banalizzato, talvolta perfino dal medico, con una metaforica scrollata di spalle, indulgendo a considerazioni del tipo: ”E’ lei che se lo vuole!....Ne ha sempre una!.....” 
   Di fronte ad una donna che soffre di mal di testa il medico deve quindi sospendere il giudizio fino a che non abbia individuato ed accostato insieme tutte le tessere del mosaico. Una corretta e tradizionale indagine clinica è essenziale ma non sufficiente. Il medico dovrà acquisire una conoscenza non superficiale dello stile di vita della paziente, delle sue idee, ansie, paure, frustrazioni. In altre parole del suo “tratto”.
   Queste pazienti hanno spesso molto da raccontare e sono grate di trovare chi le ascolti in modo attento e privo di atteggiamenti censori. Le storie della loro sofferenza fisica si intersecano così con tante altre storie, talvolta minime talvolta drammatiche, di vita vissuta e di disturbi o disagi subiti in silenzio, se non con un lieve senso vergogna. Vicende che è bene conoscere prima di formulare una diagnosi definitiva ed iniziare il trattamento. Poi, si potrà iniziare a giocare con la malattia una sorta di partita a scacchi, con qualche speranza di vincerla.